Venerdi` 1 Ottobre 2010 si è tenuta una sessione di incontro e dibattito tra la Società Civile e Ms. Najat M'jid Maalla, Presidente del Comitato di coordinamento, nonchè Special Rapporteur sulla vendita dei bambini, prostituzione infantile e pedopornografia. L’evento è stato organizzato e supportato dall’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, presso la sala XXVII di “Palais des Nations” a Ginevra. L’incontro, al quale ha partecipato anche l’Ufficio dei Diritti Umani IIMA, è risultato molto importante per i contenuti trattati. La Presidente del meeting ha invitato tutti i presenti ad interagire anche in modo informale, purchè fosse apportato un contributo per raggiungere gli obiettivi preposti. Durante l’incontro sono stati esaminati tre punti chiave :
1) Le Procedure Speciali;
2) La revisione del Consiglio dei Diritti Umani vis-a-vis le Procedure Speciali;
3) La revisione del Comitato di Coordinamento.
2) La revisione del Consiglio dei Diritti Umani vis-a-vis le Procedure Speciali;
3) La revisione del Comitato di Coordinamento.
1) Le Procedure Speciali
Tutti gli interventi e le proposte, sia da parte del Presidente della sessione che dalle Ong presenti, sono stati fatti con l’obiettivo comune di migliorare la partecipazione delle ONG ai meccanismi di difesa dei Diritti Umani. La tavola rotonda era composta sia da esperti tecnici sia da Difensori dei Diritti Umani che si sono ben focalizzati su alcuni punti chiave volti a migliorare la tutela dei Diritti dell’Uomo. Primo fra tutti si è prospettata la possibilità di collaborazione tra Ong e Procedure Speciali e tra le stesse Ong ; si è sottolineata la necessità di coinvolgere anche organi nazionali e regionali, come fonti attendibili di informazioni e come attori attivi nella difesa dei Diritti Umani all’interno delle Nazioni Unite.
Nel suo discorso, il Presidente del panel ha individuato anche gli Stati Membri come importanti collaboratori nella difesa dei Diritti Umani. Il Presidente ha continuato dicendo che nonostante gli Stati siano spesso restii nel collaborare con i vari meccanismi di difesa e promozione dei Diritti Umani, dando informazioni, invitando e ricevendo le visite degli Esperti Indipendenti, si evince la necessità e l’importanza della loro partecipazione attiva in questi processi.
Nel corso dell’incontro, tra i meccanismi di difesa dei Diritti Umani delle Nazioni Unite sono state analizzate le Procedure Speciali e l’EPU (Esame Periodico Universale; dall’inglese UPR – Universal Periodic Review), ritenuti al momento i meccanismi più efficaci per il monitoraggio della situazione dei Diritti Umani nei vari paesi. E’ proprio a questi due meccanismi, che rappresentano la prima fonte di informazione per l’Alto Commissario per i Diritti Umani, che le ONG chiedono di poter partecipare in maniera più pregnante al fine di denunciare le gravi o sospette violazioni dei Diritti Umani.
In questo contesto la collaborazione da parte degli Stati risulta difficile, se non inesistente. Essi, infatti, spesso si rifiutano di accettare le visite degli esperti, incluse le Procedure Speciali, le quali hanno “vita difficile”. Infatti, alcuni Stati negano loro l’accesso nel proprio Paese, non emanando la lettera di “invito” per concedere loro il permesso di entrarvi. Infatti, proprio su questo punto si è soffermata la Presidente del Panel, la quale ha espresso la necessità di rivedere le modalità di rilasciare gli inviti alle Procedure Speciali. Al fine di migliorare le modalità di funzionamento delle Procedure Speciali ha lanciato la proposta di non lasciare solo ed esclusivamente all’Ufficio dell’Alto Commissario l’attività di supporto alle Procedure Speciali, ma di coinvolgere sia altri importanti meccanismi di difesa e promozione dei Diritti Umani, quali i Comitati, nonché di prevedere una più ampia collaborazione degli Stati Membri e delle ONG.
Nel corso del dibattito sono emerse anche altre criticità legate ai mandati delle Procedure Speciali quali la difficoltà nella raccolta delle informazioni e nella gestione e organizzazione delle visite.
Come dimostrazione di efficienza da parte delle procedure speciali è stato presentato l’esempio del Bangladesh, in cui due Procedure Speciali hanno realizzato una visita congiunta. Infatti, lo Special Rapporteur su “estrema povertà” e lo Special Rapporteur su“acqua e ingiene”, hanno visitato insieme il Paese.
Al fine di migliorare il lavoro delle Procedure Speciali sono state avanzate delle proposte miranti al rafforzamento del lavoro con il Consiglio dei Diritti Umani. La Presidente del panel ha voluto specificare che il lavoro delle Procedure Speciali e quello del Consiglio dei Diritti Umani sono complementari ed è importante che ci sia cooperazione tra loro. Le ONG potrebbero fungere da ulteriore input al lavoro del Consiglio e dei suoi meccanismi grazie ad un’azione di lobby sugli Stati che permetterebbe una maggiore collaborazione di questi ultimi .
La Presidente ha quindi invitato le ONG a presentare le loro proposte di collaborazione con le Procedure Speciali le quali hanno suggerito un’interlocuzione tra tutte le parti: Stati, Procedure Speciali, Ufficio Alto Commissario e ONG.
2) Revisione del Consiglio
Per quanto concerne la revisione del Consiglio dei Diritti Umani le ONG hanno espressamente richiesto che venga concesso loro più spazio. Infatti, esse intendono partecipare al processo di revisione non solo attraverso la presentazione di documenti, ma con un contributo più significativo. Tra le proposte più interessanti avanzate dalle ONG compare quella del joint statment, ossia di una dichiarazione congiunta delle Procedure Speciali e delle ONG che potrebbe avere un impatto positivo soprattutto nel momento in cui vengono presentate le raccomandazioni.
3) Revisione del Comitato di coordinamento
Per quanto riguarda l’ultimo punto all’ordine del giorno, ossia la revisione del Comitato di Coordinamento, è stata ancora una volta richiesta la cooperazione da parte delle ONG. Cooperazione non solo bilaterale, ma multilaterale basata sulla ricerca delle informazioni e sulla presentazione delle raccomandazioni.
Come più volte ribadito un maggiore coinvolgimento delle ONG potrebbe avere dei riscontri positivi in tempi piuttosto brevi.
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