Il 24 ottobre il mondo viene investito da un’ondata blu sui suoi principali monumenti, chiese, musei e siti rappresentativi di quasi 200 paesi: il blu, il colore ufficiale delle Nazioni Unite, che quel giorno celebrano il 70° anniversario della loro nascita.
La statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro, la Torre Eiffel di Parigi, la torre di Pisa, le piramidi d’Egitto, l’Empire State Building di New York, il Museo dell’Ermitage in Russia ricorderanno a tutti che quel giorno, 70 anni fa, è entrata in vigore la Carta delle Nazioni unite che sanciva la nascita di questa organizzazione mondiale deputata a mantenere la pace e la sicurezza internazionale, risolvere pacificamente i conflitti, promuovere il rispetto dei diritti umani e lo sviluppo sostenibile.
Ban Ki-moon, Segretario generale dell’ONU ha ringraziato gli stati membri per l’entusiasmo che hanno mostrato nel celebrare i 70 anni delle Nazioni Unite a sostegno di pace, sviluppo e diritti umani “Illuminando il mondo di blu Onu per un giorno, possiamo illuminare il cammino verso un domani migliore”.
70 anni è una buona età…un’età che sa di robustezza e di difficoltà superate, di capacità acquisite anche nel saper gestire situazioni difficili, un’età che permette di far tesoro di esperienze passate e saggezza nel voler trasmettere ciò che è essenziale a chi viene dopo.
I festeggiamenti culminano quel giorno a Ginevra a Palais des Nations, il palazzo delle Nazioni lanciando il programma ‘porte aperte’: per tutta la giornata il pubblico ha la possibilità di entrare liberamente nelle sue strutture, percorrere il viale delle bandiere, entrare nelle sale degli incontri (in particolare la grande sala delle Assemblee, la sala del Consiglio dei diritti umani) per assistere a conferenze, danze, documentari, spettacoli musicali. E’ una occasione per vedere da vicino qualcosa di questo mondo significativo ma poco conosciuto.
E’ la giornata in cui l’ONU festeggia se stessa oppure è festeggiata perché nonostante tutto continua nella sua azione di promozione di sviluppo, pace e diritti umani?
Se si chiede che cosa è l’ONU si ottengono risposte vaghe e si avverte che non sempre si conosce il motivo per cui è sorta, come è strutturata, che cosa realizza, chi sono i suoi attori principali. In genere le idee sono abbastanza confuse al riguardo.
Forse ci si potrebbe anche chiedere se si potrebbe fare a meno dell’ONU visto che la sua azione non riesce a porre fine alla serie di guerre in atto, agli atti di terrorismo, alla povertà, all’impunità di quanti sono stati riconosciuti colpevoli, alle ingiustizie esistenti nel nostro mondo.
E’ vero ma è anche vero che grazie a questa struttura i rappresentati di 193 paesi hanno imparato a dialogare e a cercare come risolvere i conflitti. Sono riusciti ad accordarsi su obiettivi comuni che anche se non sono stati raggiunti nel 2015 (obiettivi di sviluppo del millennio) tuttavia si presentano ancora come obiettivi comuni su cui confrontarsi e a cui tendere come obiettivi sostenibili, durevoli.
Come Ufficio dei Diritti Umani che rappresenta alle Nazioni Unite sia il nostro istituto sia il VIDES Internazionale vediamo quasi tutti i giorni questi sforzi, assistiamo e diamo il nostro contributo in questa ricerca di un mondo di pace.
C’è un aspetto fondamentale che non sempre viene messo in evidenza ma di cui noi siamo testimoni: alle Nazioni Unite, soprattutto nella sede di Ginevra la società civile ha un posto importante. Può non solo essere presente ma anche può far presente quanti operano sul terreno facendo quindi conoscere da vicino gli sforzi concreti che come Istituto e come VIDES portiamo avanti nel mondo.
Anche per noi la giornata ‘blu’ del 24 ottobre diventa una festa che ricorda tuti gli operatori di buona volontà che hanno azioni di pace.
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