27 gennaio 2011 – Lo stesso giorno nel 1945, il piu’ grande e il piu’ conosciuto campo di concentramento, Auschwitz-Birkenau, fu liberato. La prova dell’incredibile crudeltà, che caratterizzo’ il campo, scosse la coscienza di ogni uomo. Dunque, in questo giorno, ogni anno a partire dal 2006, le Nazioni Unite, di concerto con il resto del mondo, celebrano il Giorno della Memoria dell’Olocausto. Mostre, concerti e dibattiti, si sono tenuti in diversi uffici delle N.U.
Noi, come Ufficio dei Diritti umani di IIMA, abbiamo preso parte alla celebrazione tenutasi a Palais des Nations, Ginevra, unendoci a questa generazione non solo per onorare la memoria di milioni di persone morte, ma per impegnarci a lavorare insieme affinchè l’Olocausto non si ripeta mai piu’.
Al centro della commemorazione di quest’anno sono le madri, le figlie, le nonne, le sorelle e le zie che, con il loro coraggio, si sono opposte a tutte le atrocità. Le donne, “malgrado gli orribili atti di discriminazione, di privazione e di crudeltà, hanno trovato costantemente il modo di reagire ai loro oppressori. Si sono unite alla resistenza, hanno salvato coloro che erano in pericolo, portavano clandestinamente il cibo nei ghetti e facevano enormi sacrifici per far sopravvivere i loro figli” ha raccontato il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani Navi Pillay nel suo messaggio ha ricordato i pericoli della marginalizzazione di alcuni gruppi nella società. “Le parole odiose hanno l’abilità di tradursi in azioni odiose. La minaccia del genocidio rimane ancora. E’ l’espressione finale e piu’ terribile dell’intolleranza, della xenofobia e del razzismo. Questo giorno è un promemoria annuale per ricordarci che dobbiamo agire in modo piu’ decisivo nel momento in cui cominciano a svilupparsi i primi segni di un clima che favorisce il genocidio. Dobbiamo essere vigili contro l’emergere di tendenze che portano alla diffamazione di comunità e contrastare, attraverso la legge, la politica e l’educazione, il pregiudizio che puo’, nelle sue forme peggiori, condurre al genocidio”.
I milioni di ebrei, migliaia di altre vittime, inclusi gli zingari, slavi, persone disabili, omosessuali, testimoni di Geova, comunisti e altri dissidenti politici, fatti per vivere una vita impossibile solo per morire una morte impossibile, non avranno piu’ giustizia. La nostra generazione, non importa quanto ci provi, non puo’ rimediare alle loro sofferenze o lenire il dolore di cio’ che si sono lasciati dietro. Ma cio’ che puo’ fare è mantenere la sua promessa che l’Olocausto ed ogni altra forma di genocidio devono rimanere per sempre storia passata. Mettendo da parte i nostri pregiudizi ed onorando le nostre diffenze, possiamo vivere tutti in armonia.
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