Il 3 Maggio 2011, l’Ufficio dei Diritti Umani di IIMA ha partecipato alla Giornata Mondiale per la libertà di stampa, organizzata dal Servizio Informazioni delle Nazioni Unite, UNESCO e Ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra per celebrare il ventesimo anniversario dell’adozione della Dichiarazione di Windhoek.
Dopo la presentazione di un breve filmato sulla Giornata Mondiale della libertà di stampa, il Sign. Stéphane Bussard (Giornalista, Le Temps), ha spiegato l’importanza di questo giorno dedicato alla difesa della libertà di espressione nei media, inclusi tutti i nuovi mezzi di comunicazione. La Giornata Mondiale della libertà di stampa è stata istituita venti anni fa per volontà di un gruppo di giornalisti riuniti a Windhoek, in Namibia. Oggi, la Dichiarazione di Windhoek rappresenta un invito a proteggere i principi fondamentali della libertà di espressione così come sancito dall’Articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Infatti, l’obiettivo dell’incontro è stato proprio quello di focalizzare l’attenzione sul ruolo dei media nella promozione della libertà di espressione, quale fondamento per la dignità umana e pietra miliare della democrazia.
Gli intervenenti all’incontro sono stati Navy Pillay (Alto Commissariato per i Diritti Umani), Stéphane Bussard (Giornalista, Le Temps), Steve Crawshaw (Direttore di Amnesty International), Catherine Fiankan-Bokonga (Giornalista, Fraternité Matin), e Mogens Shmidt (Direttore dell’Ufficio Coordinamento sul Campo UNESCO).
Attualmente, il panorama mediatico è molto cambiato, ma l’obiettivo delle Nazioni Unite è rimasto comunque lo stesso: promuovere la libertà di espressione. Oggi, molte persone hanno la possibilità di condividere e scambiare informazioni e opinioni, dentro e fuori dai confini nazionali, in tempo reale, attraverso nuove e sofisticate tecnologie, quali i social network, come Facebook, Twitter, cosi come la radio e la televisione.
Allo stesso tempo però, sono emersi nuovi metodi per bloccare e censurare le informazioni. Tutti gli intervenuti hanno ricordato le persistenti limitazioni imposte da molti governi per imporre il silenzio e bloccare le critiche. Infatti, anche oggi, non tutti hanno facilmente accesso a informazioni chiare e veritiere e i governi continuano a controllare i media.
Oggi, probabilmente la tecnologia ha ispirato anche le recenti proteste in Nord Africa e Medio Oriente perché le popolazioni hanno preso coscienza del fatto che non vengono rispettati i loro diritti civili e politici.
Navy Pillay, nel suo discorso, ha ricordato altresì tutti coloro che hanno perso la vita durante il compimento del loro lavoro. Molti giornalisti in Yemen, Egitto, Tunisia, e Iraq, come anche in altri paesi, hanno subito violenze e torture, spesso sono stati deportati, detenuti e uccisi. Questo è un invito all’azione per difendere l’integrità e la sicurezza dei giornalisti online. D’altro canto, le autorità statali devono fare tutto il possibile per garantire l’impunità e proteggere la sicurezza di questi giornalisti.
Alcuni intervenenti hanno fatto un breve riferimento al fenomeno WikiLeaks. Secondo il loro parere, è importante decidere quando e quali informazioni dovrebbero essere pubblicate, tenendo in considerazione la sovranità e le politiche degli Stati. Infatti, alcune informazioni possono danneggiare i rapporti diplomatici e le relazioni interstatali fra gli stati.
Le Nazioni Unite si sono impegnate per far sì che internet diventi una risorsa pubblica globale, nella quale tutti hanno accesso e dove ogni voce è ascoltata. Questo vuol dire che dobbiamo porre la nostra attenzione sulla qualità del contenuto, e garantire la libertà di espressione anche nel mondo virtuale.
Alla fine dell’incontro, dopo un breve dibattito con il pubblico, gli intervenienti hanno sottolineato ancora una volta l’importanza della libertà di espressione come fondamentale diritto umano. Secondo loro, godere del diritto ad esprimersi può contribuire a creare una società moderna, dove ogni individuo può avere voce.
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