Il
17 ottobre 2016 IIMA ha partecipato all’evento organizzato dall’UNRISD, l’Istituto
di ricerca delle Nazioni Unite per lo sviluppo sociale, intitolato:
“Il
cammino verso un dialogo comune: nuovi percorsi per la realizzazione degli Obiettivi
di Sviluppo Sostenibile”.
L’attenzione
è stata posta sull’Agenda 2030 e i suoi 17 obiettivi, impegno che la comunità
internazionale ha preso per “trasformare radicalmente il mondo” e “eliminare la
povertà in tutte le sue forme”.
I membri
del panel hanno mostrato cosa è stato raggiunto finora con gli Obiettivi di
sviluppo del Millenio e quali azioni concrete bisognerà attuare per risolvere
il problema della disuguaglianza , creando politiche innovative e nuove
pratiche per ottenere una nuova giustizia sociale, economica ed ambientale .
Il
direttore dell’UNRISD, Paul Ladd, insieme ad altri esperti , hanno presentato il nuovo report sugli
Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per il 2016, redatto da un team di
ricercatori .
Il
documento propone una nuova definizione di “trasformazione”, punto di partenza
per creare politiche adatte all’implementazione degli obiettivi, rispettando
nel contempo anche l’imperativo del “non
lasciare nessuno indietro”.
L’obiettivo
dell’Agenda 2030 è di preparare il mondo alle sfide globali attuali come la
povertà e la fame; il cambiamento climatico; le epidemie; le migrazioni ; le
crisi economiche e la crescita
insostenibile; la disuguaglianza ; l’escusione sociale; la mancanza di
un lavoro dignitoso e della protezione sociale; l’instabilità politica, l’insicurezza
nel proprio paese ed infine i conflitti internazionali .
Il
team di ricercatori dell’UNRISD hanno raccolto i risultati di cinque anni di
ricerca effettuta su sei aree differenti: le politiche sociali, l’economia
sociale e solidale , la politica socio-ecologica, la mobilizzazione delle
risorse domestiche , la sfera politica ed infine la governance .
I ricercatori
hanno dimostrato come che questi settori siano essenziali nel raggiungere gli obiettivi che l’Agenda si
prefigge di raggiungere entro il 2030 .
Queste
sei aree di azione sono la base per creare riforme e politiche governative che
serviranno per implementare i vari obiettivi e che dovranno essere applicate a
livello locale, nazionale e internazionale.
Successivamente
il panel ha dato anche sei linee guida
per valutare quali linee d’azione si potrebbero intraprendere per perseguire
questo cambiamento : la prima sottolinea l’importanza di ricevere piu’ investimenti nella ricerca; la
seconda suggerisce di usare un punto di
vista “socio-ecologico” per disegnare nel miglior modo possible misure per
combattere il cambiamento climatico, mentre la terza linea guida dovrebbe
aiutare i governi a progettare determinati
quadri istituzionali rispettando i principi dell’universalismo, dei diritti
umani e della giustizia sociale .
La
quarta linea invece fa riferimento alla necessità di promuovere la partecipazione
politica e l’empowerment attraverso un processo politico inclusivo e trasparente
; la quinta consiglia di porre come
priorità le politiche sociali e in ambientali nelle agende dei governi.
Infine
l’ultima linea guida si focalizza sull’importanza di applicare ai mercati le
norme sociali e ambientali , rispettando i confini internazionali.
I membri
del panel hanno concluso sollecitando il coinvolgimento di molteplici attori nel
cercare un cammino ben preciso da percorrere, impegnandosi tutti insieme nell’ottenere
dei cambiamenti visibili.
Tutto
cio’ richiede naturalmente controlli , valutazioni e un impegno da parte di tutte le forze
politiche; reindirizzare le assimetrie di potere e le ineguaglianze; modificare
le relazioni di potere a livello internazionale; dare piu’ visibilità ai
vulnerabili e promuovere la loro partecipazione politica.
Infine
capovolgere le norme e valori che sottomettono gli obiettivi sociali e ambientali
a quelli economici.
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