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mercoledì 17 giugno 2009

Il Diritto all'Educazione in Situazioni di Urgenza

l'articolo che segue e' presente in lingua inglese, francese, spagnola e portoghese nel sito dell'Istituto FMA all'indirizzo http://www.cgfmanet.org/info/mostraFocus.asp?sez=1&sotSez=2&Lingua=1

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In o
ccasione dell’11a sessione del Consiglio dei Diritti Umani, che si svolge a Ginevra dal 2 al 18 giugno 2009, IIMA ha realizzato il suo terzo Parallel Event intitolato: "Right to education in urgency situations in Latin America". L’incontro, realizzato con la collaborazione di VIDES Internazionale e Domenicans Network, è stato sponsorizzato dall’Alto Commissariato dei Diritti Umani. Il Parallel Event si è svolto presso la sala XXV di Palais de Nations alla presenza di rappresentanti di Stato, provenienti prevalentemente dall’America Latina, membri delle Nazioni Unite e rappresentanti della società civile. All’evento hanno preso parte in qualità di relatori Maria Clara Martin, Coordinatore dell’area dell’America Latina e Caraibica dell’Alto Commissariato dei Diritti Umani, Rosa María Ortiz, Vice presidente del Comitato dei Diritti del Fanciullo, MariaGrazia Caputo, Rappresentante Permanente dell’Ufficio dei Diritti Umani dell’Istituto Internazionale Maria Ausiliatrice e Guido Barbera, Presidente del Vides Internazionale. Ospiti di rilievo sono state quattro FMA che lavorano sul campo: Sr. Rosalba Cervantes Araoz e Sr. Alejandra Garrido Maya dal Messico, Sr. Teresa Burgues Fernandez dal Paraguay e Sr. Rosa Silvia Sidasmed dall’Argentina. L’incontro è stato moderato da Maria Francisca Ize-Charrin, ex Direttore della Divisione delle Operazioni sul campo e Cooperazione Tecnica dell’Alto Commissariato dei Diritti Umani.

Maria Francisca Ize-Charrin, dopo aver presentato i relatori e i quattro Difensori dei Diritti Umani che lavorano sul campo, ha lasciato la parola a Maria Clara Martin, la quale, nel corso del suo intervento, ha evidenziato l’importanza dell’educazione in quanto veicolo primario per la riabilitazione e la reinserimento dei bambini che rischiano di essere esclusi ed emarginati. La coordinatrice dell’area dell’America Latina ha, inoltre, focalizzato l’attenzione sul termine “urgenza” con il quale non si vuole far riferimento ad una catastrofe naturale o a situazione di guerra bensì a qualsiasi forma di discriminazione che scaturisca da situazioni legate alla condizione di povertà materiale e/o valoriale che al giorno d’oggi affligge molte famiglie. La relatrice ha ribadito, inoltre, come le situazioni di urgenza siano sempre più numerose in alcuni paesi dell’America Latina, in particolare in Messico, Argentina e Paraguay, aree in cui la sede permanente dell’Alto Commissariato svolge un’attività intensa per garantire al meglio il diritto all’educazione. Infine, Maria Clara Martin non ha esitato a ricordare come la maggior parte degli Stati si siano impegnati, dinanzi alla Comunità Internazionale, a mettere in atto tutte le misure necessarie al fine di assicurare non solo il diritto all’educazione ma soprattutto un’educazione di qualità.

Rosa Maria Ortiz, Vice Presidente del Comitato dei Diritti del Fanciullo, ha posto l'attenzione sulle iniziative statali e internazionali volte ad affrontare situazioni di emergenza. La partecipazione di un membro del Comitato dei Diritti del Fanciullo al Panel è stata preziosa, in quanto ha permesso di porre l’attenzione su una tematica che lo stesso Comitato fino ad oggi non ha adeguatamente considerato. Infatti, come ribadito dalla stessa relatrice nel corso del suo intervento, il Comitato si era, sino a ieri, soffermato principalmente su come rispondere alle situazioni di emergenza senza considerare i riscontri positivi ottenuti mediante un’azione preventiva realizzata in situazioni di urgenza. Grazie a questa nuova prospettiva, infatti, si può fare in modo che i diritti umani, e in particolare il diritto all’educazione, non restino su carta, ma possano effettivamente concorrere alla realizzazione di uno degli obiettivi prioritari del Comitato e della Convenzione relativa ai diritti dell’infanzia: l’interesse superiore del bambino.

Sr. Maria Grazia Caputo, nel corso del suo intervento si è soffermata sulla necessità di un chiarimento terminologico e metodologico relativo all’educazione in situazioni di urgenza. Sr. MariaGrazia ha, infatti, posto l’accento sull’estrema differenza esistente fra situazione di emergenza e situazione di urgenza, definendo la prima come un evento inaspettato dalle conseguenze catastrofiche alle quali occorre reagire tempestivamente per rimediare ad un danno che purtroppo si è già verificato. L’urgenza è invece da intendere come una situazione difficile che necessita attenzione preventiva: essa rischia, infatti, di trasformarsi in emergenza qualora non vengano prese delle misure adeguate per riportarla ad una situazione di normalità. Pertanto, quando parliamo di urgenza facciamo riferimento alle situazioni di estrema povertà, materiale ma anche valoriale, che sono la causa prima della disgregazione della famiglia e con essa dell’integrità fisica e morale dei bambini. Al fine di rispondere in modo adeguato alla reintegrazione di un bambino vittima di una situazione di urgenza, Sr MariaGrazia, ha presentato la metodologia salesiana che si basa su alcuni punti cardine quali la pianificazione di un’azione preventiva e individuale nonché l’importanza di lavorare in rete, non solo con le altre case/comunità salesiane ma anche con le istituzioni locali ed internazionali.

Guido Barbera
, Presidente del VIDES Internazionale, ha presentato la carta di identità del VIDES, mettendo in evidenza i valori e gli obiettivi di questa organizzazione di volontariato che ripone la sua forza e concretezza nella sensibilità e azione dei giovani. Ha riportato la dichiarazione che i giovani volontari del VIDES al termine del IX Congresso Internazionale avevano detto sui “diritti umani e i beni comuni”, rivolgendosi ai Governi, Autorità ecclesiastiche, con il desiderio che i diritti umani siano di tutti e che non rimangano carta scritta. Oggi il Vides è presente e porta avanti i suoi progetti per e con i giovani in ben 38 paesi di Europa, Africa, Asia ed America.

Il side event ha, successivamente, dato voce alle esperienze dei quattro difensori dei diritti umani che operano sul terreno e quotidianamente si trovano ad affrontare situazioni di urgenza. Sr. Teresa Burgues Fernandez, difensore di diritti umani che opera da 9 anni in Paraguay, ha presentato il progetto “Hogar de niñas” destinato a bambine considerate a rischio, in quanto abbandonate dalla famiglia, abusate, costrette a lavorare o addirittura a prostituirsi. Si tratta di bambine che provengono da famiglie estremamente povere e disgregate, il cui padre è alcolizzato o la madre prostituta, bambine spesso abbandonate a sé stesse e prive di punti di riferimento fermi. Tenendo in considerazione tutte queste componenti, le FMA hanno proposto una strategia educativa mirante in primo luogo a ricreare un ambiente familiare in cui le bambine possano sentirsi accolte ed amate. Si è inoltre cercato di assicurare loro una buona alimentazione, cure mediche adeguate e accompagnamento psicologico individuale, nonché l’istruzione primaria, secondaria ed una specializzazione professionale. Allo stesso tempo, attraverso una serie di piccole mansioni, come la cura della casa, si cerca di responsabilizzare le bambine ricreando quella forma di cooperazione tipica di un ambiente familiare. Il risultato del lavoro condotto in questo tipo di struttura consiste appunto nel ricostruire l’autostima e la coscienza della propria dignità personale attraverso l’affetto e la protezione che caratterizzano una vera famiglia, accompagnati da un’educazione di qualità.

Sr. Alejandra Garrido Maya ha illustrato come il VIDES Messico, di cui è responsabile, si distingua per dei chiari obiettivi sociali, tra cui innanzitutto emerge quello di favorire spazi formativi che permettano a giovani volontari di interiorizzare e promuovere i valori di cui le comunità nelle quali andranno ad operare necessitano. Inoltre, risultano prioritari: la promozione umana della donna, della famiglia e delle comunità in aree e zone emarginate e l’impulso alla realizzazione di progetti formativi per giovani volontari.

Un’altra importante esperienza è stata presentata da Sr. Rosalba Cervantes Araoz, la quale ha sottolineato come nella realtà messicana in cui si trova ad operare, il concetto di urgenza sia sinonimo di povertà estrema, che diviene a sua volta la causa prima della disgregazione familiare. Dall’impossibilità delle famiglie di farsi carico dei propri figli deriva purtroppo il tragico fenomeno dell’abbandono di un numero sempre crescente di bambini. Moltissime bambine di età compresa fra i 10 e 18 anni, costrette a vivere in una condizione di particolare vulnerabilità e di esclusione sociale, vengono accolte nella Casa Famiglia “Nuestra Señora de la Esperanza” in cui si offre uno spazio educativo che risponda a tutti i loro bisogni fisici e psicologici. Questo progetto trova la sua forza nella collaborazione in rete con le istituzioni locali.

Il concetto di urgenza intesa come estrema povertà è stato ripreso anche dall’esperienza descritta da Rosa Silvia Sidasmed, difensore dei diritti umani che opera nelle comunità indigene e campesinas ad Atamisqui – Santiago del Estero nel Nord-est dell’Argentina. Nel corso del suo intervento, anche Sr Rosa Silvia ha messo in evidenza le strategie educative impiegate, che da una parte riconoscono al fanciullo un ruolo centrale, dall’altra mirano alla protezione della cultura, dell’arte e delle tradizioni di questo popolo. Ancora una volta, il lavoro in rete è fortemente valorizzato. Anche in questo caso si cerca di creare un ambiente educativo, caratterizzato da un contesto familiare ed un buon livello di formazione scolastica e professionale. Allo stesso tempo, si cerca di dare importanza anche allo svago, al gioco e ai momenti ricreativi, ritenuti fondamentali per incentivare la socializzazione ed aiutare i bambini ad abbandonare i comportamenti violenti derivanti dalle privazioni e dagli abusi subiti.