“Tutti
gli esseri umani sono nati liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati
di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di
fratellanza”. Dopo l’attacco terroristico, avvenuto lo scorso 7 gennaio contro
la sede centrale del giornale satirico francese Charlie Hebdo, non ci sono
parole migliori di quelle contenute nella Dichiarazione Universale dei Diritti
dell’Uomo per aiutarci a riflettere sulla gravità di un evento come questo. Se
noi, come comunità globale, desideriamo costruire un mondo pacifico,
democratico e piu’ sicuro, dobbiamo senz’altro cominciare dal considerare, e
fare nostro, il significato reale di questi diritti inerenti all’essere umano
e, pertanto, inalienabili.
Nelle ultime settimane, i media ci hanno fornito una
gran quantità di informazioni ed opinioni sull’accaduto, da molte delle quali è
emersa, peró, la tendenza a prendere posizione, da un lato, a favore della libertà
di espressione, dall’altro, a favore della libertà di religione e di coscienza.
Nonostante sia fuori dubbio che entrambe queste posizioni abbiano lo scopo di salvaguardare
una parte molto importante di tutto il corpus
normativo dei diritti umani, è fondamentale ricordare che nessun diritto si
trova in una posizione sovraordinata rispetto ad un altro. Al fine di costruire
una società giusta ed equa, infatti, tutti i diritti umani devono essere considerati
nel loro insieme, poichè, appartenendo tutti egualmente a ciascuno di noi, essi
operano in sinergia, si completano.
Come
affermato dall’Alto Commissario per i Diritti Umani, Zeid Ra’ad, alla
Conferenza tenutasi a Ginevra sull’Educazione per la Pace “La miglior speranza per la pace nel mondo si trova nel semplice, ma
difficile da raggiungere, riconoscimento che tutti noi abbiamo diverse forme di
associazione e di affiliazione; non siamo rigidamente divisi da una
categorizzazione di insensibili gruppi che si affrontano gli uni con gli altri.”
Dal momento che siamo chiamati ad agire con uno spirito di fratellanza, il
rispetto e l’accettazione delle culture e delle religioni diverse dalla nostra
dovrebbero, pertanto, coesistere con un dialogo costruttivo, derivante da un
pensiero critico e da un’attitudine alla cooperazione.
Alla luce di questi attacchi che intendono
certamente dividerci, “non dobbiamo
cadere nella trappola. Questo è un momento di solidarietà […] dobbiamo fermamente sostenere la libertà di espressione e
la tolleranza, e contrastare la forza dell’odio e della divisione." (Ban
Ki-Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite).
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