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giovedì 22 gennaio 2015

L'attacco a Charlie Hebdo dal punto di vista dei Diritti Umani



“Tutti gli esseri umani sono nati liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Dopo l’attacco terroristico, avvenuto lo scorso 7 gennaio contro la sede centrale del giornale satirico francese Charlie Hebdo, non ci sono parole migliori di quelle contenute nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo per aiutarci a riflettere sulla gravità di un evento come questo. Se noi, come comunità globale, desideriamo costruire un mondo pacifico, democratico e piu’ sicuro, dobbiamo senz’altro cominciare dal considerare, e fare nostro, il significato reale di questi diritti inerenti all’essere umano e, pertanto, inalienabili.
Nelle ultime settimane, i media ci hanno fornito una gran quantità di informazioni ed opinioni sull’accaduto, da molte delle quali è emersa, peró, la tendenza a prendere posizione, da un lato, a favore della libertà di espressione, dall’altro, a favore della libertà di religione e di coscienza. Nonostante sia fuori dubbio che entrambe queste posizioni abbiano lo scopo di salvaguardare una parte molto importante di tutto il corpus normativo dei diritti umani, è fondamentale ricordare che nessun diritto si trova in una posizione sovraordinata rispetto ad un altro. Al fine di costruire una società giusta ed equa, infatti, tutti i diritti umani devono essere considerati nel loro insieme, poichè, appartenendo tutti egualmente a ciascuno di noi, essi operano in sinergia, si completano.
Come affermato dall’Alto Commissario per i Diritti Umani, Zeid Ra’ad, alla Conferenza tenutasi a Ginevra sull’Educazione per la Pace “La miglior speranza per la pace nel mondo si trova nel semplice, ma difficile da raggiungere, riconoscimento che tutti noi abbiamo diverse forme di associazione e di affiliazione; non siamo rigidamente divisi da una categorizzazione di insensibili gruppi che si affrontano gli uni con gli altri.” Dal momento che siamo chiamati ad agire con uno spirito di fratellanza, il rispetto e l’accettazione delle culture e delle religioni diverse dalla nostra dovrebbero, pertanto, coesistere con un dialogo costruttivo, derivante da un pensiero critico e da un’attitudine alla cooperazione.
 Alla luce di questi attacchi che intendono certamente dividerci, “non dobbiamo cadere nella trappola. Questo è un momento di solidarietà  [] dobbiamo fermamente sostenere la libertà di espressione e la tolleranza, e contrastare la forza dell’odio e della divisione."  (Ban Ki-Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite).


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