Benvenuto!

Carissimo amico, carissima amica,

grazie a questo blog potrai seguire il lavoro dell'Ufficio Diritti Umani di IIMA presso le Nazioni Unite di Ginevra. Se desideri più informazioni, approfondimenti sulle attività dell'Ufficio o semplicemente desideri segnalarci delle iniziative che vorresti veder pubblicate, non esitare a contattarci inviandoci un post o una email! Ed ora potrai seguirci anche sul nostro nuovo blog in inglese!

Vuoi collaborare con noi? Clicca qui!

Buona navigazione!

giovedì 28 novembre 2013

Da parola nasce idea. Da idea nasce cosa.


Quando si pensa a un ambasciatore, si creano nella mente immagini di solennità: formalità in giacca e cravatta, modi impomatati da protocollo e quella rigorosa distanza che si confà a un’alta carica politica.  Ebbene, il mondo dorato delle ambasciate non è solo consuetudini e procedure. Può anche essere luogo di calore umano e di scambio onesto e pulito. Mentre al Centro Internazionale delle Conferenze di Ginevra, cuore internazionale della diplomazia, è in corso un nuovo, cruciale, round di negoziati con la Repubblica Islamica sullo stop al suo programma di arricchimento dell’uranio – e barricate, guardie armate e innumerevoli giornalisti di innumerevoli stazioni TV con tutti i loro congegni tecnologici, per strada, creano lo scena – Suor MariaGrazia e Suor Leonor, insieme a Maria D’Onofrio, Advocacy Officer dell’Ufficio, seguono un severo programma di visita alle ambasciate. Non ci si siede a un tavolo di trattative; non sono negoziati, ma scambio credibile e condivisione autentica. 


Sono toste, loro. E insieme funzionano alla grande, come il meccanismo perfetto di un orologio svizzero. L’ingranaggio, però, ha energia messicana e trazione italiana. Telaio salesiano, colorato di ogni angolo di mondo visitato, che profuma di esperienza. Sono andate a parlare di giovani, per i giovani, alle Missioni permanenti di Italia, Austria, Albania, Irlanda, Argentina, Honduras, Stati Uniti, Uruguay, Venezuela e Palestina. 


Pochi giri di parole, discorsi chiari, dritti al punto: non chiediamo altre convenzioni; vogliamo agire, dentro il quadro giuridico esistente, per l’empowerment dei giovani sulla base dei diritti umani. L’obiettivo è di richiamare l’attenzione dei governi sul tema della gioventù e sollevarne l’interesse, affinché ci si dedichi a ridefinire il ruolo dei giovani, lavorando sul diritto di partecipazione e sul significato di cittadinanza attiva.  Per arrivare a una risoluzione, cosicché il Consiglio dei Diritti Umani affermi, a voce alta, che i giovani sono parte integrante della soluzione. Questa è la giusta via per fare attività di lobbying. Anche i governi hanno coscienze, è bene svegliarle! Lanciare la prima pietra, solleticare l’interesse, mettere la pulce nell’orecchio: è carburante buono gettato sul fuoco dell’impegno, per alimentarlo.
Quella dei giovani è una fascia “debole”, ancora poco considerata e troppo spesso strumentalizzata, perché non ne viene difeso e impiegato il potenziale, soprattutto nelle società più povere e in quelle aree che presentano una particolare complessità sociale. Risorse locali di un futuro più giusto.
Una generazione liquida con un’identità plurima, che nutre una sfiducia verso la politica, che vive nell’incertezza economica e che fa i conti con la gerontocrazia. Ecco che in questo quadro s’inserisce la lotta salesiana, la sfida urgente lanciata per un cambiamento influenzato dai giovani, forza motrice di un’umanità in transizione.
È un impegno difficile, quello di coinvolgere le Missioni Permanenti a Ginevra. Ci sono tanti interessi dietro, relazioni tra Paesi, ci sono leggi nazionali e impegni internazionali, ci sono giganti e ci sono Golia. L’obiettivo di IIMA e VIDES è di provare a mettere tutti d’accordo su un tema così importante come quello dei giovani, per sensibilizzare i governi a investire sul futuro. Si fa una proposta di empowerment dei giovani, radicata nella garanzia dei diritti umani, e si offre anche una modalità per farlo.
Mi è stata data la possibilità di partecipare all’incontro con la Missione Permanente del Venezuela. Le parole vanno dosate, scelte con cura. Io assisto. Ci accolgono con un calore che sa di latino. Sa di mare, sole e gente allegra. Non sono mai stata a Caracas, ma è così che la immagino. Lo staff dell’ambasciatore è cordiale e sorridente, lui ci accoglie e ci riceve nel suo ufficio. “Prima che continuiate, vorrei dire che sono salesiano anch’io!”, in quel suo castigliano che suona di venezolanismos ed s aspirate. Così come anche la sua prima consigliera, giovanissima, ex allieva delle Suore Salesiane. Che dire? È disarmante pensare a quanta potenzialità ci sia nelle scuole salesiane nel mondo.
Suor Leonor e Suor MariaGrazia iniziano a parlare della causa che promuovono. E introducono il side-event che IIMA e VIDES hanno in programma per Marzo, durante la 25° sessione del Consiglio dei Diritti Umani. “Youth Empowerment” sarà il tema; i giovani, diretti interessati, saranno i protagonisti.  
Sarà presentato dalla Missione Permanente dell’Uruguay, mentre tutte le Missioni visitate in questi giorni sono invitate a sponsorizzare l’evento. Saranno condivise le best practices, per un’integrazione visibile e un inserimento sociale costruttivo: i giovani parleranno del loro impegno in prima persona, del loro coinvolgimento nella società che ha condotto a un cambiamento.
L’ambasciatore sorride estasiato. Anche lui crede che serva una progettualità, una strategia per consolidare nei giovani il sentimento di appartenenza alla società di quest’epoca globale che tende a fagocitare ogni spirito d’iniziativa, ogni vento nuovo di cambiamento. Felice di appoggiare la proposta, che definisce “una piccola fiamma che a poco a poco si espande e arde con forza”.
E così adesso, dopo Venezuela e Palestina (l’ultima ambasciata visitata), oltre a un giovane indigeno del Costa Rica, un giovane brasiliano di Belo Horizonte, una ragazza americana che ha vissuto l’Africa e un giovane francese che ha fatto esperienza coi ragazzi di strada in El Salvador, anche una giovane venezuelana e un giovane palestinese, in rappresentanza dei paesi arabi, potrebbero partecipare al panel. Nessuna implicazione politica, nessun legame religioso. Solo giovani per i giovani, in uno scambio di esperienze con gli occhi di chi le vive.
La mia Ginevra, babele di lingue e cuore internazionale del mondo, mi insegna ogni giorno qualcosa. Oggi ho imparato la forza delle parole, del dialogo, che può portare all’azione, da cui possono sbocciare germogli di futuro.
Sono state giornate intense, impregnate di passione, dense di bei risultati e grandi soddisfazioni. Non si può ancora esultare. Restano ancora tante ambasciate da sensibilizzare e poi sarà l’ora delle verifiche, per capire chi avrà mantenuto la parola, chi si sarà impegnato davvero. In ogni caso, la prima vittoria l’abbiamo portata a casa: abbiamo posato delicatamente un seme di quegli uomini e di quelle donne incontrate in questi giorni.
E un giorno, quando ancora altri traguardi saranno raggiunti, qualcuno si chiederà: “chi ha lottato affinché io potessi avere questa voce?”.

Divertiamoci con un acronimo:
G.I.O.V.A.N.I. : Giocare Impegnandosi, Offrendo Volenterosamente Ancora Nuovi Inizi.
I giovani come risorsa di un’identità collettiva che si arricchisce e assume nuovi contorni e diverse sfumature.  Forza di fantasia, dentro quell’immancabile e genuino desiderio di sapere cosa succederà ancora.
P.E.N.S.A. : PEssere Necessario Saper Attendere.
E noi sapremo aspettare. Perché il Futuro si costruisce lavorando sodo, con pazienza e dedizione.

Suor MariaGrazia Caputo e Suor Leonor Salazar insieme all'ambasciatrice dell'Uruguay, Laura Dupuy Lasserre.



Nessun commento:

Posta un commento