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venerdì 21 marzo 2014

SE IL FUTURO E’ GIOVANE. Il nostro Side-Event su Youth Empowerment.

Martedi 11 marzo, la sala XXVII di Palais des Nations si è trasformata in un laboratorio di idee e speranze. “Youth Empowerment attraverso i Diritti Umani”, questo il titolo del Side-Event che IIMA e VIDES, insieme alla Missione Permanente dell’Uruguay, hanno organizzato durante la 25° sessione del Consiglio dei Diritti Umani, lasciando la parola ai giovani, protagonisti di sviluppo e integrazione.
Appoggiato dall’OHCHR e da 25 Missioni Permanenti, che hanno dato la loro co-sponsorizzazione, il Side-Event  è stato l’ultimo step di un cammino che ha visto l’alternarsi di svariate tappe: l’osservazione della realtà che ha portato a una riflessione sulle possibilità di azione; il Side-Event di giugno 2011, “Giovani volontari e Diritti Umani”, concentratosi sulle attività di volontariato realizzate dai giovani nei rispettivi paesi e sui contributi dei governi; quello di giugno 2013, dal titolo “Youth Empowerment, quali strategie?”; la risoluzione dell’ILO sui giovani, adottata nel corso della 101° Conferenza Internazionale del Lavoro, nel giugno 2012; l’incontro degli esperti sui diritti dei giovani, organizzato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani nel luglio 2013; il progetto pilota di IIMA e VIDES Internazionale in America Latina, per raccogliere le voci sul campo; gli incontri con le varie Missioni Permanenti per sensibilizzare al tema dei giovani e promuovere il Side-Event, chiedendo di sponsorizzarlo.
Preparato con cura e dedizione durante il tempo, il Side-Event è stato preceduto da un corso di formazione per i giovani pannellisti, organizzato presso l’Ufficio di IIMA a Ginevra. In
Il Side-Event ha visto la partecipazione, nel panel, di quattro giovani provenienti da zone diverse del mondo, che hanno raccontato la loro esperienza sul campo, dando testimonianza del loro impegno nella realtà in cui vivono. Thiago, brasiliano di Belo Horizonte, fisioterapista e studente di medicina a Buenos Aires, dove, in qualità di volontario VIDES, ha iniziato un progetto volto a sensibilizzare gli studenti di medicina al volontariato. Laura, una giovane statunitense che ha svolto un periodo di servizio prima in Rwanda, poi in Unganda, lavorando a contatto con bambini orfani e in situazioni disagiate. Jhonny, un giovane contadino e studente, appartenente alla comunità indigena BriBri di Talamanca, in Costa Rica, dove s’impegna per difendere i principi e i valori della sua cultura. Simon-Pierre, giovane francese che ha lavorato con i ragazzi di strada in El Salvador, facendo esperienza insieme a loro.
La prima a prendere la parola è stata Laura Dupuy, ambasciatrice dell’Uruguay e moderatrice dell’evento, che ha posto l’accento sull’importanza del ruolo dei giovani come promotori di un miglioramento della società, “agenti di un cambiamento positivo”. Dopo l’intervento dei giovani pannellisti, è stata la volta dei due esperti chiamati a tracciare le basi per la discussione, voci autorevoli sul tema: Jorge Cardona, cattedratico di Diritto Internazionale, membro del Comitato sulla Convenzione sui diritti dell’Infanzia e della Convenzione Ibero-Americana sui diritti dei giovani, che ha fatto il punto della situazione, affermando che i giovani hanno gli stessi diritti di chiunque altro e che non si tratta di diritti specifici, facendo notare che non si sia fatto ancora abbastanza per la fascia d’età 18-24. “Esistono elementi specifici che rappresentano ostacoli comuni a tutti i giovani, spesso impedendo loro uguali condizioni, l’accesso al lavoro o alla giustizia. Resta da capire come la Comunità Internazionale possa intervenire per eliminare queste barriere che separano i giovani dalla piena realizzazione dei propri diritti e per aiutarli a compromettersi in un impegno sociale”.
Anche Imma Guerras-Delgado, esperta dell’OHCHR sui diritti dei bambini e dei giovani, si è soffermata sull’enorme potenziale giovane delle nostre società, tra talento e sfide da affrontare: “Recentemente abbiamo assistito a proteste pacifiche internazionali guidate dai giovani che hanno portato a significativi cambiamenti in varie occasioni. Purtroppo, però, i diritti di questi giovani sono stati spesso ignorati e non è stato concesso loro di prendere parte alla fase di decision-making successiva alla transizione”. 
È iniziato così il dibattito con le persone presenti nella sala. Molte delle Missioni Permanenti presenti hanno preso la parola, esprimendo apprezzamento per lo scopo e le modalità dell’evento e riportando l’azione dei propri governi in favore dei giovani.
Significativo l’intervento del delegato dell’Austria, che dall’inizio aveva pienamente appoggiato il lavoro di IIMA e VIDES sul tema “youth empowerment”: “gli Stati devono creare spazi sociali e strutture legali per assicurare ai giovani la possibilità di partecipare”, ha affermato, ricordando che il governo austriaco collabora con l’UE nell’ambito dei progetti dedicati alla gioventù.
L’Italia ha sottolineato come la crisi economica abbia colpito soprattutto le fasce più giovani della popolazione, che invece dovrebbero essere considerate valida risorsa del paese. Mentre il Guatemala ha posto l’accento sugli sforzi compiuti dal governo per promuovere la questione dei giovani nella regione, la delegata delle Maldive ha ribadito la necessità di un empowerment efficace della popolazione giovane.
Con una popolazione in larga scala giovane, il Burkina Faso ha un alto tasso di analfabetismo: “come possiamo far capire ai giovani senza un’educazione alle spalle, che hanno un posto nella società e che è un loro diritto svolgere un ruolo attivo nelle scelte per il paese? Abbiamo in corso programmi per creare posti di lavoro, ma si tratta davvero di un accesso basato sui diritti?”, ha chiesto la delegata del Paese, augurandosi che si arrivi insieme a uno strumento internazionale che moltiplichi le possibilità per i giovani.
Se la Tunisia ha affermato di non guardare ai giovani come gruppo vulnerabile ma come potenziale da iniziare alla partecipazione e all’impegno sociale, dando loro autonomia e supportandoli nella presa di coscienza dei propri diritti, il Marocco ha annunciato che dopo gli eventi della Primavera Araba, è iniziata a Casablanca un’iniziativa per creare un consiglio consultivo per la gioventù.
E mentre l’ambasciatore del Paraguay ha ringraziato i pannellisti per avergli fatto tornare in mente gli anni della sua giovinezza, la giovane delegata della Palestina non ha nascosto il suo entusiasmo: “E’ davvero un piacere vedere una così alta affluenza e aver ascoltato discorsi che ispirano, siamo orgogliosi di essere tra gli sponsor di questa vostra iniziativa. I giovani sono i principali catalizzatori del cambiamento nella società, ma spesso vedono disattese le loro aspettative e negati i loro diritti. Dobbiamo mirare in alto, puntando sull’accesso all’informazione e sull’educazione”.
In conclusione, poi, l’ambasciatore del Costa Rica ha espresso l’appoggio del suo governo a una maggiore attenzione ai giovani: “Non c’è dubbio che si tratti di una sfida quando parliamo di giovani. Il primo passo per arrivare a un empowerment dei giovani è la piena implementazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia. È necessario creare una fonte di speranza per la gioventù di oggi”.
Si è trattato di un dialogo costruttivo, fatto di condivisione di esperienze e di nuovi orizzonti. C’è stata la parte politica, ma si è sentito molto l’aspetto umano, segno che la speranza è riposta in uomini e donne che lavorano e s’impegnano per un futuro giovane più equo e più giusto. “Mai visti tanti stati partecipare così attivamente ad un Side-Event”. Le voci raccolte sono entusiaste e l’evento ha avuto come risultato un’eco positiva: parlare di giovani tramite i giovani, a un pubblico importante, fatto di Stati e società civile. Era lì chi può prendere le decisioni, chi può spingere i governi a prendere misure concrete ed efficaci. Ed ecco che la formalità della politica si è mescolata alla vita, in una perfetta armonia che sa di futuro.

Traguardo, ma ancora punto di partenza per la nuova strada da affrontare. Adesso il cammino è faticoso, ma si è forti di un passo in più, di una nuova prospettiva offerta, di nuove consapevolezze raggiunte.  Ora è il momento di agire, affinché quanto fatto e detto non resti sulla carta, ma si trasformi in futuro per la generazione giovane che cresce, lotta e spera. È bello che già in Consiglio dei Diritti Umani alcune delegazioni abbiano mosso il tema dei giovani, negli ultimi giorni, segno che un seme è stato piantato.
Si pensa alle prospettive possibili, una dichiarazione interregionale, un panel sull’argomento, una risoluzione a livello del Consiglio. Si mira a creare strumenti in grado di fornire ai giovani nuove possibilità di partecipazione attiva alla vita della società in cui vivono.
I giovani ci sono e vogliono far sentire forte la loro voce, vogliono farsi mani pronte a creare Futuro.
Vogliono lasciare un segno. Giovane come loro.
Del resto, il nostro flyer è stato riconosciuto come “il più giovane e fresco” tra tutti quelli presentati al Consiglio.

“ Se non hai voce, GRIDA.
Se non hai gambe, CORRI.
Se non hai più speranza, INVENTA.”


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