Benvenuto!

Carissimo amico, carissima amica,

grazie a questo blog potrai seguire il lavoro dell'Ufficio Diritti Umani di IIMA presso le Nazioni Unite di Ginevra. Se desideri più informazioni, approfondimenti sulle attività dell'Ufficio o semplicemente desideri segnalarci delle iniziative che vorresti veder pubblicate, non esitare a contattarci inviandoci un post o una email! Ed ora potrai seguirci anche sul nostro nuovo blog in inglese!

Vuoi collaborare con noi? Clicca qui!

Buona navigazione!

venerdì 7 giugno 2013

I Diritti delle donne affrontati durante la 23° sessione del Consiglio Diritti Umani



“Non ci possono essere società basate su uguaglianza, sviluppo e pace se le donne e le bambine rimangono discriminate ed emarginate” – Questa l’affermazione di Ms. Navy Pillay (Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani) nel suo discordo di apertura alla Giornata Annuale di discussione sui Diritti delle Donne, svoltasi il 5 giugno alle Nazioni Unite a Ginevra. Nei giorni precedenti, il Consiglio dei Diritti Umani aveva inoltre discusso il rapporto dello Special Rapporteur sulla violenza contro le donne così come il rapporto del Working Group sul problema della discriminazione contro le donne nella legge e nella prassi.
La violenza sessuale contro le donne e le bambine è illegale, inaccettabile ed evitabile. Gli Stati devono creare un modello costante di prevenzione, protezione, punizione e riparazione per questi atti (inclusa la violenza domestica, il matrimonio forzato e la gravidanza precoce), modificando le legislazioni, adottando piani di azione e creando campagne per accrescere la consapevolezza su questi temi. Infatti la violenza contro le donne non è un fatto privato, ma un comportamento patriarcale e discriminatorio profondamente radicato. Gli Stati devono eliminare ogni tipo di discriminazione di genere e assicurare eguaglianza in campi quali educazione, lavoro, giustizia e salute così che tutti i diritti delle donne siano rispettati in egual misura di quelli degli uomini. Gli Stati non devono giustificare o tollerare la violenza e la discriminazione in nome della tradizione o della religione e devono essere vigilanti contro gli stereotipi.
E’ stato inoltre sottolineato che la crescente attenzione posta ai diritti delle donne nel processo dello UPR è un segno positivo che prova come non possa esistere vera democrazia senza una piena ed eguale partecipazione delle donne in tutte le istituzioni politiche.

Nessun commento:

Posta un commento