La prima sessione del Forum sui
Diritti umani, Democrazia e Stato di Diritto è stata dedicata al ruolo dei
giovani nel processo di creazione delle politiche pubbliche.
Il Forum è stato istituito dal
Consiglio dei Diritti Umani attraverso la Risoluzione 28/14 , adottata il 26 marzo 2015.
L’obiettivo di questo evento è
stato quello di “fornire una piattaforma per promuovere il dialogo e la
cooperazione sulle problematiche riguardanti la relazione tra queste sfere”
e “identificare e analizzare le buone
prassi, le sfide, le opportunità per gli stati nel loro tentativo di assicurare
il rispetto per i diritti umani, la democrazia e il diritto”.
La risoluzione prevedeva
inoltre che la prima sessione si concentrasse sull’ “ampliare lo spazio
democratico e il ruolo dei giovani nel processo di decisione pubblica”.
Svoltosi il 21 e 22 novembre
2016 nella sala diciassette del Palazzo delle Nazioni Unite, il Forum è stato
co-presieduto da Mr.Ahmad Alhendawi, Inviato Speciale del Segretario Generale
per i Giovani e dall’Ambasciatore Daniiar Mukashev, Rappresentante Permanente
del Kirghizistan alle Nazioni Unite di Ginevra.
Quattro panel sono stati
organizzati durante le due giornate del Forum, con un’ampia partecipazione di
giovani delegati di varie nazioni e organizzazioni.
Il primo giorno l’attenzione è
stata posta sulle strutture, i contesti e i meccanismi che permettono
l’effettiva partecipazione dei giovani.
Il secondo giorno invece, i
partecipanti hanno discusso a proposito della partecipazione dei giovani al
processo di promozione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e di altre
tematiche riguardanti i diritti umani.
L’evento è terminato con una
discussione finale su come migliorare l’accesso dei giovani nel processo d’implentazione dell’Agenda globale
per la gioventù.
Con metà della popolazione
mondiale sotto la soglia dei 30 anni, i giovani oggi potrebbero giocare un ruolo
molto più importante nelle strutture decisionali delle organizzazioni
internazionali e nazionali.
La risoluzione 2250 del
dicembre 2015 “Giovani, Pace e Sicurezza”, emanata dal Consiglio di Sicurezza,
riconosce la necessità di integrare maggiormente giovani nei processi di peace-building e di
risoluzioni dei conflitti.
Inoltre, il tema “Giovani e Diritti Umani”, era già stato trattato
recentemente in un panel, durante la 33° Sessione del Consiglio dei Diritti
Umani questo settembre, (è possibile guardare il contributo di Vides here), dimostrando la
rilevanza attribuita dalle Nazioni Unite a questa tematica.
Nel suo discorso d’apertura
alla sessione del Forum, il Commissario
per i Diritti Umani Zeid Ra’Ad Al Husseini aveva spronato i governi a rafforzare la
partecipazione dei giovani nelle varie strutture formali esistenti.
Mentre l’Inviato Speciale
Alhendawi, ha messo in risalto le varie sfide che i giovani oggi devono
affrontare per entrare a far parte dei processi decisionali.
L’ambasciatore Mukashev invece,
che in questa occasione rappresentava l’impegno degli Stati Membri nel Forum,
ha ricordato l’obbligo delle nazioni nel dare supporto e incorporare la
gioventù a livello nazionale, argomento già trattato nella Risoluzione
dell’Assemblea Generale 68/130 del Dicembre 2013.
Il forum è stato caratterizzato
da discorsi e interventi che hanno dato la possibilità di osservare la tematica
dei diritti dei giovani da vari punti di
vista, grazie anche alle testimonianze
di esperienze realmente vissute, fornendo esempi concreti di come i giovani
possono influenzare il processo di formazione delle politiche nazionali.
Uno dei temi chiave discussi durante
il primo giorno è stato proprio come cambiare le norme culturali e sociali al
fine di permettere ai giovani di partecipare nelle strutture politiche formali.
In un mondo in cui molte
società sono centrate sul ruolo degli adulti, i giovani sono scoraggiati dall’impegnarsi
politicamente, dato che si trovano davanti un sistema che va incontro molto di più ai primi.
Inoltre i giovani trovano molti
ostacoli nell’accedere alle cariche pubbliche, talvolta anche a causa dell’età.
In paesi come il Regno Unito e
la Turchia, i giovani sono riusciti ad ottenere delle politiche pubbliche che
abbassano il limite d’età per presentare la propria candidatura,
rispettivamente dai 21 anni ai 18 e dai
30 ai 25.
Nel frattempo anche la Nigeria
ha promosso la campagna “#Not Too Young to Run”, che combatte la
discriminazione per quanto riguarda l’età, per partecipare nell’ambito legislativo ed esecutivo di un governo.
Nonostante questi sforzi, le
statistiche mostrano un basso tasso di rappresentazione dei giovani
parlamentari in tutto il mondo.
La seconda giornata del forum si è focalizzata invece, su
come i giovani possono fare la differenza nel promuovere gli Obiettivi di
Sviluppo Sostenibile.
I pannellisti hanno ricordato
la necessità dell’azione, dell’impegno, della consapevolezza e dellla
responsabilità nell’implementare questi obiettivi, cosi come l’importanza di
far partecipare la nuova generazione ai negoziati di pace.
Gli esperti inoltre hanno incoraggiato i giovani presenti
al Forum ad impegnarsi per rendere gli SDGs comprensibili a tutti: un esempio è
l’iniziativa Youth For Global Goals, la quale cerca di
coinvolgere e mobilizzare i giovani nel promuovere progetti volti ad attuare i
17 obiettivi nelle comunità locali.
Per concludere, gli esperti
hanno discusso su come coinvolgere di più i giovani all’interno del sistema ONU,
attraverso delegazioni di giovani e
programmi di tirocinio. Nella discussione delle critiche sono state rivolte circa
l’effettiva partecipazione giovanile nei vari organi dell’ONU visto che le raccomandazioni dei giovani finora non sono
state incorporate nelle politiche delle Nazioni Unite.
Infine i moderatori del Forum
hanno incoraggiato i giovani partecipanti a continuare gli sforzi per migliorare
la loro partecipazione nei processi decisionali. I risultati e le raccomandazioni
del Forum saranno presentate al prossimo Consiglio dei Diritti Umani, nel mese
di marzo del 2017.
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