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mercoledì 30 novembre 2016

Il primo forum sui Giovani e Diritti Umani


La prima sessione del Forum sui Diritti umani, Democrazia e Stato di Diritto è stata dedicata al ruolo dei giovani nel processo di creazione delle politiche pubbliche.
Il Forum è stato istituito dal Consiglio dei Diritti Umani attraverso la Risoluzione 28/14 , adottata  il 26 marzo 2015.
L’obiettivo di questo evento è stato quello di “fornire una piattaforma per promuovere il dialogo e la cooperazione sulle problematiche riguardanti la relazione tra queste sfere” e  “identificare e analizzare le buone prassi, le sfide, le opportunità per gli stati nel loro tentativo di assicurare il rispetto per i diritti umani, la democrazia e il diritto”.
La risoluzione prevedeva inoltre che la prima sessione si concentrasse sull’ “ampliare lo spazio democratico e il ruolo dei giovani nel processo di decisione pubblica”.
Svoltosi il 21 e 22 novembre 2016 nella sala diciassette del Palazzo delle Nazioni Unite, il Forum è stato co-presieduto da Mr.Ahmad Alhendawi, Inviato Speciale del Segretario Generale per i Giovani e dall’Ambasciatore Daniiar Mukashev, Rappresentante Permanente del Kirghizistan alle Nazioni Unite di Ginevra.
Quattro panel sono stati organizzati durante le due giornate del Forum, con un’ampia partecipazione di giovani delegati di varie nazioni e organizzazioni.
Il primo giorno l’attenzione è stata posta sulle strutture, i contesti e i meccanismi che permettono l’effettiva partecipazione dei giovani.
Il secondo giorno invece, i partecipanti hanno discusso a proposito della partecipazione dei giovani al processo di promozione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e di altre tematiche riguardanti i diritti umani.
L’evento è terminato con una discussione finale su come migliorare l’accesso dei giovani nel  processo d’implentazione dell’Agenda globale per la gioventù.
Con metà della popolazione mondiale sotto la soglia dei 30 anni, i giovani oggi potrebbero giocare un ruolo molto più importante nelle strutture decisionali delle organizzazioni internazionali e nazionali.
La risoluzione 2250 del dicembre 2015 “Giovani, Pace e Sicurezza”, emanata dal Consiglio di Sicurezza, riconosce la necessità di integrare maggiormente  giovani nei processi di peace-building e di risoluzioni dei conflitti.
Inoltre, il tema “Giovani e Diritti Umani”, era già stato trattato recentemente in un panel, durante la 33° Sessione del Consiglio dei Diritti Umani questo settembre, (è possibile guardare il contributo di Vides here), dimostrando la rilevanza attribuita dalle Nazioni Unite a questa tematica.
Nel suo discorso d’apertura alla sessione del Forum, il  Commissario per i Diritti Umani Zeid Ra’Ad Al Husseini aveva  spronato i governi a rafforzare la partecipazione dei giovani nelle varie strutture formali esistenti.
Mentre l’Inviato Speciale Alhendawi, ha messo in risalto le varie sfide che i giovani oggi devono affrontare per entrare a far parte dei processi decisionali.
L’ambasciatore Mukashev invece, che in questa occasione rappresentava l’impegno degli Stati Membri nel Forum, ha ricordato l’obbligo delle nazioni nel dare supporto e incorporare la gioventù a livello nazionale, argomento già trattato nella Risoluzione dell’Assemblea Generale 68/130 del Dicembre 2013.
Il forum è stato caratterizzato da discorsi e interventi che hanno dato la possibilità di osservare la tematica  dei diritti dei giovani da vari punti di vista, grazie anche  alle testimonianze di esperienze realmente vissute, fornendo esempi concreti di come i giovani possono influenzare il processo di formazione delle politiche nazionali.
Uno dei temi chiave discussi durante il primo giorno è stato proprio come cambiare le norme culturali e sociali al fine di permettere ai giovani di partecipare nelle strutture politiche formali.
In un mondo in cui molte società sono centrate sul ruolo degli adulti, i giovani sono scoraggiati dall’impegnarsi politicamente, dato che si trovano davanti un sistema che  va incontro molto di più ai primi.
Inoltre i giovani trovano molti ostacoli nell’accedere alle cariche pubbliche, talvolta anche a  causa dell’età.
In paesi come il Regno Unito e la Turchia, i giovani sono riusciti ad ottenere delle politiche pubbliche che abbassano il limite d’età per presentare la propria candidatura, rispettivamente dai 21  anni ai 18 e dai 30 ai 25.
Nel frattempo anche la Nigeria ha promosso la campagna “#Not Too Young to Run”, che combatte la discriminazione per quanto riguarda l’età, per partecipare  nell’ambito legislativo ed esecutivo di un governo.
Nonostante questi sforzi, le statistiche mostrano un basso tasso di rappresentazione dei giovani parlamentari in tutto il mondo.
 La seconda giornata del forum si è focalizzata invece, su come i giovani possono fare la differenza nel promuovere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
I pannellisti hanno ricordato la necessità dell’azione, dell’impegno, della consapevolezza e dellla responsabilità nell’implementare questi obiettivi, cosi come l’importanza di far partecipare la nuova generazione ai negoziati di pace.
 Gli esperti inoltre hanno incoraggiato i giovani presenti al Forum ad impegnarsi per rendere gli SDGs comprensibili a tutti: un esempio è l’iniziativa Youth For Global Goals, la quale cerca di coinvolgere e mobilizzare i giovani nel promuovere progetti volti ad attuare i 17 obiettivi nelle comunità locali.
Per concludere, gli esperti hanno discusso su come coinvolgere di più i giovani all’interno del sistema ONU, attraverso delegazioni  di giovani e programmi di tirocinio. Nella discussione delle critiche sono state rivolte circa l’effettiva partecipazione giovanile nei vari organi dell’ONU visto che le  raccomandazioni dei giovani finora non sono state incorporate nelle politiche delle Nazioni Unite.
Infine i moderatori del Forum hanno incoraggiato i giovani partecipanti a continuare gli sforzi per migliorare la loro partecipazione nei processi decisionali. I risultati e le raccomandazioni del Forum saranno presentate al prossimo Consiglio dei Diritti Umani, nel mese di marzo del 2017.








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