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martedì 22 novembre 2016

La difesa dei diritti umani: una causa per cui vale la pena impegnarsi



Intervista a Maria D’Onofrio, Advocacy Officer presso l’Istituto Internazionale Maria Ausiliatrice

L’Ufficio dei Diritti Umani (IIMA) ha realizzato un’intervista con Maria D’Onofrio, Advocacy Officer presso l’Istituto Internazionale Maria Ausiliatrice e Segretario Generale presso il Centro Cattolico Internazionale di Ginevra (CCIG).
Il 22 settembre la dott.ssa D’Onofrio ha partecipato ad un panel dal titolo “Giovani e diritti umani”, durante la 33° Sessione del Consiglio dei Diritti Umani .
Come donna e ex stagista dell’Ufficio, abbiamo chiesto alla dott.ssa D’Onofrio di condividere con noi la storia della sua carriera personale e come è riusciuta a diventare una consulente permanente per i diritti umani a Ginevra.
IIMA: Vides International  è un’organizzazione non governativa che lavora con i giovani volontari, sostenuta  anche da IIMA. Come è iniziato il suo impegno con il VIDES ? Cosa vi ha spinto a fare domanda per questa organizzazione?

Maria D’Onofrio: Questa è una buona domanda… Devo ammettere che tutto è  successo per caso! Quando  ho scoperto il VIDES, stavo effettuando uno stage al Consolato Italiano a Bruxelles. L’esperienza durava solo 3 mesi e quindi ero alla ricerca di un altra offerta di  lavoro.
In realtà ero già  venuta a conoscenza della possibilità di effettuare un esperienza con il Servizio Civile Italiano, che aveva proprio l’obiettivo di promuovere una maggiore partecipazione dei giovani e incrementare la  “cittadinanza attiva” e VIDES era una delle ONG partners. Tra i vari progetti presenti , quello di Vides era il piu’ interessante , dato che trattava di diritti umani, tematica che avevo già incontrato durante il mio percorso di studi e a cui  volevo dedicarmi: infatti ho lavorato li  un anno e poi ho deciso di rimanere. La cosa piu’ interessante durante il mio periodo con VIDES è stato non solo partecipare alle attività organizzate, ma anche aver creato relazioni interpersonali con gli altri volontari, ragazzi  completamente differenti da me. Avevo gia sperimentato questa situazione durante l’orientamento tenuto dal  VIDES con alcuni  italiani: in questo caso la cosa che piu’ mi aveva colpito era il fatto  che non tutti erano credenti , nonostante lavorassero per un associazione di stampo cattolico.





 IIMA: Alla fine del suo discorso nel  panel sui “Giovani e Diritti Umani” avete detto che “ potenziare i giovani significa permettere ai diritti umani  di diventare reltà”.
Potrebbe descrivere il cammino che ha intrapreso per iniziare questo processo di crescita personale e come è riuscita a diventare una rappresentante di una organizzazione non governativa  alle Nazioni Unite? 

MD: Ho sempre amato lavorare a contatto con la gente. Quando ero a scuola mi piaceva molto riunire gli amici e creare progetti, perchè pensavo che lavorare insieme con gli altri avrebbe migliorato l’idea iniziale dello stesso progetto. D’altra parte, un altro fattore chiave  credo sia stato la presenza costante della famiglia , come mi hanno cresciuta e la possibilità che mi hanno dato di esprimere la mia opinione: mi sono sentita sempre coinvolta in qualsisi decisione la famiglia prendesse. Tutto cio’ mi ha formata in una maniera incredibile perchè quando ti senti partecipe in una decisione, è come se ti appartenesse e quindi ti senti molto piu’ responsabile e metti tutta te stessa  nel raggiungere quel dato obiettivo. Quando ero piccola non mi sono mai resa  di questa cosa , ma  adesso che guardo indietro al passato, ho capito quanto questa esperienza abbia  influenzato il modo in cui mi rapporto alla gente, non solo  della mia età ma anche piu’ grande.
Un altra esperienza che mi ha segnato molto è stato quando, all’età di 15 anni , ho lavorato come animatice e educatrice nella mia parrocchia per un gruppo di ragazzi. Devo ammettere che fu un’esperienza eccezionale in termini di responsabilità, perchè dovevi non solo essere  un esempio per gli altri, ma  dovevi anche  portare a termine determinate attività e rispettare un calendario: naturalmente cio’ mi aiuto’ a capire cosa significa impegnarsi nel raggiungere  uno scopo , che non fosse  collegato ad un interesse familiare o personale.
 


“Mi sono sentita sempre  coinvolta in qualsisi decisione la famiglia prendesse. Tutto cio ’ mi ha formata in una maniera incredibile perchè quando ti senti partecipe in una decisione, è come se ti appartenesse ” - Maria D’Onofrio

 


IIMA: Che cosa ha ispirato il suo interesse verso i diritti umani? E in che modo la sua educazione ha contribuito?

MD:    Sinceramente non so come sia successo! I miei studi universitari senza dubbio hanno giocato una parte significativa. Penso che cio che piu’ mi abbia attratto del corso di studi in Scienze Politiche è stata l’idea che avrei avuto la possibilità di studiare culture e paesi diversi e tutto cio’ avrebbe ampliato le mie conoscenze e orizzonti. Durante i miei studi, ho scoperto che i diritti umani erano una buona causa per cui impegnarsi. A tal proposito fu la mia professoressa di diritto internazionale ha farmi scopire questo interesse: stavo cercando un argomento su cui fare la tesi di diritto internazionale e mi disse: “ Perché non fai la tesi sull’ ultimo report della Commisione d’Inchiesta sul Darfur del Segretario Generale delle Nazioni Unite?”Accettai immediatamente! Mi ritrovai a scrivere una tesi su un report che descriveva milioni e milioni di violazioni di diritti umani, raggiungendo il livello di un genocidio. Devo ammettere che è stata dura perchè fu una vera e propria missione “d’inchiesta ” e, dovendo anche fare delle interviste, devo ammettere che è stata un’ esperiemza molto forte. Per concludere penso che il cammino che ho intrapreso subito dopo la laurea, mi abbia aiutato a chiarire le idee sul lavoro che avrei voluto fare nella vita e,  naturalmente, il tirocinio nell’Ufficio dei Diritti Umani mi ha sicuramente motivata ancor di piu’ ad andare avanti, dato che ho avuto la possibilità di vedere di persona come si mettono in pratica i meccanismi delle Nazioni Unite, andando oltre il contesto legale che avevo studiato all’università. 

IIMA: Come donna, quali sono le caratterisitiche che servono per avere successo quando si intraprende una carriera nel campo dei diritti umani?
MD: Le donne che lavorano nel campo dei diritti umani sono molto forti, determinate, motivate e concentrate nel raggiungere i vari traguardi.
Devo ammettere che c’è qualcosa di singolare nel contributo che le donne danno in quest’ambito: penso che quando lavori per i diritti umani , c’è sempre una sorta di contributo personale e  talvolta questo puo’ essere veramente  travolgente e impegnativo. Quando sei una donna, hai il lavoro, la famiglia, i bambini ecc...e quindi hai molto da fare, anche se sei una persona organizzata.
Infatti lavorare in un ufficio significa, non solo avere un agenda con impegni prefissati e entrare alla mattina alle otto e finire alle quattro del pomeriggio: significa anche essere in contatto ogni giorno con gente di altre parti del mondo, con impegni , tempi diversi e scadenze precise da rispettare.
Per  far fronte a tutto cio’ devi essere una persona veramente attenta e flessibile: naturalmente  questo  aspetto multifunzionale è una caratteristica prettamnete femminile!
 

IIMA: Grazie mille dott.ssa D’Onofrio. Le auguriamo il meglio per il suo lavoro .

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