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lunedì 9 luglio 2012

I diritti dei giornalisti


Il 21 Giugno lo Special Rapporteur sulla libertà di opinione ed espressione, Frank La Rue, e lo Special Rapporteur sulle esecuzioni extragiudiziarie, sommarie o arbitrarie, Christof Heyns, hanno presentato al Consiglio dei Diritti Umani i loro rapporti riguardanti la protezione dei diritti dei giornalisti.

Entrambi hanno richiamato l’attenzione sul fatto che  la violenza contro giornalisti (professionisti e non) ha raggiunto un livello inaccettabile nel mondo. Tra questi, i giornalisti locali risultano i più vulnerabili. In base ai report presentati, solo il 10% degli omicidi commessi contro i giornalisti si concludono con una condanna. Il Sig. Heyns si è soffermato su un recente episodio verificatosi in Messico  dove  una giornalista non professionista è stata decapitata a causa del proprio lavoro. In un periodo in cui aumentano l’accesso alle notizie e alle informazioni e la capacità pubblica di investigare e punire, è evidente che le persone impegnate in questo tipo di attività sono estremamente vulnerabili e necessitano protezione. Pertanto, i Rapporteur hanno raccomandato che gli attacchi ai giornalisti vengano trattati ai più alti livelli di giurisdizione, cioè tramite un coinvolgimento governativo di elevato profilo in tutti i casi di violenza, affinché si crei un deterrente per gli aggressori.

Alcune delegazioni hanno accolto negativamente il report sulla libertà di opinione ed espressione.

Bielorussia e Cina sono stati particolarmente critici. La Bielorussia ha affermato che il rapporto non è equilibrato. Entrambe hanno colto l’opportunità per sottolineare che i paesi occidentali sono ben lontani dalla perfezione rispetto alla libertà di espressione. A titolo d’esempio é stato citato l’arresto di Julian Assange, fondatore del noto sito web Wikileaks, ricordando che il suo arresto con l'accusa di stupro è avvenuto quasi subito dopo la pubblicazione di documenti non pubblici del governo degli Stati Uniti.

Il Sig. La Rue ha anche raccomandato di decriminalizzare la diffamazione. Questa raccomandazione è stata fortemente criticata. Infatti, benché  gli Stati membri abbiano supportato il diritto alla libertà di espressione e i diritti dei giornalisti, il sentimento prevalente è che questi diritti non possano essere garantiti a spese del diritto dell’individuo alla privacy e alla reputazione. Nonostante ciò, gli esperti delle Nazioni Unite hanno dichiarato che se si deve garantire il rispetto della libertà di espressione, la protezione dei media da rappresaglie deve avere la precedenza rispetto ad altre considerazioni.

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