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lunedì 9 luglio 2012

Povertà, Imprese transnazionali e debito nazionale

Il 21 Giugno il Consiglio dei Diritti Umani ha tenuto un dialogo interattivo con lo Special Rapporteur sulla povertà estrema e i diritti umani e un dialogo interattivo di gruppo con il Gruppo di Lavoro sulla questione dei diritti umani e imprese transnazionali e altre imprese e con l’Esperto Indipendente sugli effetti del debito estero e relativi obblighi finanziari internazionali degli Stati sul pieno godimento dei diritti umani, in particolare quelli economici, sociali e culturali.


María Magdalena Sepúlveda Carmona, Special Rapporteur sulla povertà estrema e i diritti umani, ha espresso gratitudine perché è stata data priorità alla povertà estrema ma ha criticato il trasferimento di fondi per supportare i programmi relativi al cambiamento climatico.
Margaret Jungk, Presidente/Rapporteur del Gruppo di Lavoro sulla questione dei diritti umani e imprese transnazionali e altre imprese, ha dichiarato che l’anno scorso il Consiglio dei Diritti Umani aveva preso la storica decisione di stabilire uno standard globale autorevole per affrontare la questione delle attività delle imprese e i diritti umani e che il gruppo di lavoro stava verificando la possibilità di effettuare visite nei paesi.
Cephas Lumina, l’Esperto Indipendente sugli effetti del debito estero e relativi obblighi finanziari internazionali degli Stati sul pieno godimento dei diritti umani, in particolare quelli economici, sociali e culturali, ha affermato che iniziative ufficiali sul debito estero hanno fallito nell’offrire una soluzione duratura. I debiti dei paesi hanno continuato a crescere e vincolato sia le loro prospettive di sviluppo che la loro capacità di garantire i diritti umani.
Si potrebbe sperare che gli standard per le imprese transnazionali potrebbero alleviare la povertà estrema e il debito estero. Tuttavia, anche se si stanno facendo progressi nell’ambito della povertà estrema, pare che le Nazioni Unite siano in difficoltà a questo riguardo. I fondi sono stati sottratti ai programmi sulla povertà estrema, il monitoraggio delle imprese transnazionali non è ancora cominciato e l’esperto sul debito estero segnala il fallimento dell’attuale politica delle Nazioni Unite. Poiché l’economia mondiale vacilla, le priorità politiche potrebbero cambiare alle Nazioni Unite. In assenza di un risanamento finanziario globale, una domanda preoccupante è se ad un dipartimento delle Nazioni Unite designato per interferire con il business privato sarà dato un reale potere politico.

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